Fino al 25 febbraio al Museo Civico G. Fattori la mostra “Raffaello Gambogi, Arte come rivelazione”
La mostra racconta il pittore livornese Raffaello Gambogi (1874-1943). A 80 anni dalla sua scomparsa e quasi 150 dalla nascita, l’indagine avviene oggi lungo il doppio binario della sua vicenda artistica e umana. Pittore emotivo ed empatico, uomo ipersensibile e inqueto – come viene definito dalla curatrice nel catalogo della mostra – è interessante tornare a riflettere su un personaggio ancora poco conosciuto nel panorama artistico cittadino.
Sono i due focus inseriti nella mostra che approfondiscono e spiegano il tema. Da una parte la presentazione di un gruppo di opere di Elin Danielson, la pittrice nata in Finlandia e arrivata in Italia per studiare disegno, che condivise con Gambogi vita privata e professionale dando avvio ad una continua e reciproca contaminazione artistica che durerà fino alla morte di lei; dall’altra quello sull’arte come forma di cura, il fil rouge della storia personale del pittore, più volte ricoverato in manicomio per malesseri psichici. Lo studio delle cartelle cliniche redatte nell’ex Frenocomio di San Girolamo di Volterra spiegano alcuni scenari etnografici presenti nei quadri ed estendono la ricerca oltre Gambogi stesso, seguendo il legame tra caratteristiche umane e mondo artistico, tra approccio all’arte come forma di cura ed espressione artistica come “rivelazione” della propria sofferenza.
Il percorso espositivo costituito da un totale di 34 opere si inserisce perfettamente al primo piano della struttura museale, dialogando in modo coerente con la collezione dei dipinti di Giovanni Fattori e del gruppo artistico dei Macchiaioli e postmacchioli che operarono in Toscana tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. La mostra nasce infatti a seguito della partecipazione della cooperativa al bando “Interventi per l’arte e la cultura 2023” indetto da Fondazione Livorno e finalizzato a promuovere l’approfondimento di luoghi significativi per la storia e l’identità culturale del territorio con iniziative nel segno dell’innovazione e nel rispetto delle tradizioni locali.
Non solo, dunque, progetto espositivo ma un’occasione per la valorizzazione culturale locale. Così l’analisi critica sull’arte e sulle relazioni sociali è accompagnata dallo studio del contesto territoriale in cui esse si svolsero: Torre del Lago, dove Gambogi visse il goliardico convitto con i pittori del Club la Bohème, Volterra, dove soggiornò più volte per curare la sua psicosi, ma soprattutto Antignano, il luogo dell’anima del pittore, dove nacque e dove tornò ad abitare anche dopo sposato. All’epoca piccola frazione di Livorno, il suo fascino torna ripetutamente durante tutta la sua produzione: nei bracconieri con i fucili in pugno, nei luccichii del mare, nelle tamerici mosse dal libeccio, nelle stradine che si articolano tra i rosmarini e le ginestre.
Un ricco calendario di appuntamenti approfondirà le tematiche della mostra. Domenica 3 dicembre è stato presentato il catalogo presso Fondazione Livorno, un momento di incontro con la curatrice e un’opportunità per vedere le opere di Raffaello Gambogi ed Elin Danielson della collezione presente in questa sede. Sono inoltre state pensate visite guidate ed itinerari domenicali sul territorio, laboratori didattici per bambine e bambini, conferenze sul tema dell’arte-terapia e welfare culturale. In collaborazione con lo Sportello Disabilità del Comune di Livorno e con l’associazione Comunico saranno previsti anche appuntamenti dedicati con attenzione alle disabilità cognitive e sensoriali.
Raffaello Gambogi, Arte come rivelazione
18 novembre 2023 al 25 febbraio 2024
Museo Civico G. Fattori Livorno
Indirizzo: Villa Mimbelli, Via Sant’ Jacopo in Acquaviva, 65 – 57127 Livorno
Orari: martedi – domenica 10.00-13.00 / 16.00-19.00
Mostra e catalogo a cura di Giovanna Bacci di Capaci e Cooperativa Itinera
Enti promotori: Comune di Livorno e Fondazione Livorno Telefono per informazioni: 0586/824607 – infomuseofattori@comune.livorno.it